ASML Holding, un leader nella produzione di apparecchiature per la produzione di semiconduttori, ha registrato nel primo trimestre ordini inferiori alle attese degli analisti, poiché i produttori di chip attendono una ripresa della domanda prima di assicurarsi attrezzature chiave per i prossimi anni.
L'azienda olandese ha registrato ordini per 3,61 miliardi di euro nei tre mesi fino a fine marzo, rispetto ai 3,75 miliardi di euro dell'anno precedente. Gli analisti si aspettavano ordini per quasi 5,10 miliardi di euro, secondo le stime di consenso di Visible Alpha.
Le vendite del primo trimestre sono scese a 5,29 miliardi di euro dai 6,75 miliardi di euro dello stesso periodo dell'anno precedente, mancando così le previsioni degli analisti. Per il trimestre in corso il gruppo si aspetta ricavi tra i 5,7 e i 6,2 miliardi di euro.
L'utile netto è sceso a 1,22 miliardi di euro dai quasi 1,96 miliardi di euro, ma ha superato la previsione degli analisti di 1,09 miliardi di euro.
Il profitto lordo – un indicatore molto considerato nell'industria dei semiconduttori – è stato di 2,7 miliardi di euro e ha registrato un margine del 51%, superiore sia alle previsioni di consenso che alle proiezioni aziendali. Per il trimestre in corso, ASML prevede un margine lordo tra il 50% e il 51%.
ASML prevede che il 2024 sarà un anno di transizione, con una seconda metà dell'anno più forte in linea con la ripresa del settore. Quest'anno ASML si aspetta ricavi simili ai 27,56 miliardi di euro registrati nel 2023.
Le azioni di ASML sono scese del 6% all'apertura del mercato ad Amsterdam a causa degli ordini inferiori alle aspettative. Tuttavia, le azioni sono aumentate negli ultimi mesi, spinte dall'aspettativa che l'azienda beneficerà di un mercato dei semiconduttori in ripresa. Da inizio anno, il titolo è cresciuto di circa il 27%, raggiungendo circa 866,00 euro. Un anno fa, le azioni venivano scambiate a circa 580,00 euro.
ASML prevede una forte crescita a lungo termine e stima vendite fino a 40 miliardi di euro per il prossimo anno e fino a 60 miliardi di euro alla fine del decennio.
