L'Europa cerca alternative: l'importazione di gas dall'Azerbaigian non è ancora matura.

  • SPP e altre aziende respingono i rapporti sui prossimi contratti di fornitura di gas.
  • L'Europa cerca alternative al gas russo, ma un accordo con l'Azerbaigian non è ancora in fase di definizione.

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Le aziende europee attualmente non sono vicine a un accordo per sostituire le importazioni di gas russo attraverso l'Ucraina con forniture provenienti dall'Azerbaigian. Lo ha recentemente comunicato l'acquirente statale slovacco di gas, SPP, smentendo le notizie su un'intesa imminente. L'attuale contratto quinquennale tra Mosca e Kiev per il trasporto di gas russo attraverso l'Ucraina verso l'Europa scade alla fine dell'anno. Ciò obbliga l'Unione Europea a esplorare fonti alternative di gas, incluso l'Azerbaigian, mentre parallelamente si conducono negoziati per mantenere aperta la via di transito. Nonostante il conflitto in corso con l'Ucraina, la Russia ha segnalato l'intenzione di voler continuare il trasporto di gas attraverso il territorio ucraino. Kiev, invece, si rifiuta di avviare i colloqui con Mosca. Bloomberg ha recentemente riferito che aziende ungheresi e slovacche sarebbero vicine a un contratto per forniture di gas fino a 12-14 miliardi di metri cubi all'anno dall'Azerbaigian. Un'altra dichiarazione è stata fatta invece da SPP in una nota a Reuters: "Discutiamo regolarmente l'argomento con i nostri partner, ma le informazioni su una prossima conclusione di un contratto di fornitura di gas con il coinvolgimento di SPP non sono corrette." SPP insiste fortemente per mantenere aperta la via di transito, poiché le rotte alternative sono più costose e potrebbero verificarsi strozzature in altri gasdotti. La società statale ucraina Naftogaz ha rifiutato di commentare, mentre una fonte del settore energetico in Ucraina ha anch'essa respinto il reportage. Anche dalla parte russa ci sono state riserve. Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskow, si è mostrato scettico riguardo ai possibili accordi, in particolare alla luce del rifiuto dichiarato dall'Ucraina di estendere il contratto esistente. Il monopolista russo dei gasdotti, Gazprom, ha rifiutato di commentare la situazione. Allo stesso modo, due fonti della compagnia energetica azera SOCAR si sono espresse criticamente riguardo ai reportage, mentre l'azienda stessa non era immediatamente disponibile per un commento.
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