I mercanti di armi in Yemen utilizzano la piattaforma di social media X, precedentemente nota come Twitter, per vendere apertamente Kalashnikov, pistole, granate e lanciagranate. Questi mercanti operano principalmente nella capitale Sanaa e nelle aree controllate dai ribelli Houthi, un gruppo supportato dall'Iran e classificato come organizzazione terroristica dagli Stati Uniti e dall'Australia.
Edmund Fitton-Brown, ex ambasciatore britannico in Yemen e attualmente attivo per il Counter Extremism Project, sottolinea: „È impensabile che questi trafficanti d'armi non agiscano per conto degli Houthi“. Aggiunge che i commercianti privati che tenterebbero di vendere armi al governo yemenita verrebbero rapidamente fermati.
Un'indagine del quotidiano britannico The Times ha rivelato che diversi account yemeniti sulla piattaforma portavano addirittura il segno di spunta blu della verifica. Nonostante ripetute richieste, né The Times né la BBC hanno finora ricevuto una dichiarazione da X. Dall'acquisizione da parte di Elon Musk nel 2022, la maggior parte dei moderatori di contenuti della piattaforma sono stati licenziati, il che ha reso il controllo delle attività illegali notevolmente più difficile.
La pubblicità, scritta principalmente in arabo, è rivolta soprattutto ai clienti yemeniti in un Paese in cui si dice che il numero di armi superi la popolazione di tre volte. La BBC ha trovato diversi esempi di annunci online che offrivano armi a prezzi in rial yemeniti e sauditi. Gli annunci sono spesso accompagnati da descrizioni allettanti per attirare potenziali acquirenti. Un'offerta pubblicizza 'artigianato di prima classe e garanzia eccellente' e presenta un AK-47 modificato come 'la scelta migliore'. In un video dimostrativo, girato di notte, il venditore mostra come scaricare un caricatore da 30 colpi in modalità automatica. Un'altra offerta promuove pistole Glock color sabbia, prodotte in Pakistan, per circa 900 dollari americani.
Diese Inserzioni non sono però nascoste nelle profondità del Dark Web, dove di solito vengono scambiate merci illegali, ma sono accessibili a milioni di persone su X. Tenendo conto di ciò, l'ONG con sede nel Regno Unito Tech Against Terrorism ha lanciato un appello urgente alle piattaforme tecnologiche per rimuovere attivamente dal web e dai social media i contenuti che supportano gli Houthi.
I Houthi, una minoranza tribale delle montagne, hanno preso il potere nello Yemen nel 2014 rovesciando il governo riconosciuto dalle Nazioni Unite. Da allora, una campagna militare di sette anni guidata dall'Arabia Saudita non è riuscita a rimuoverli, mentre il paese è sprofondato in una guerra civile. Alla fine del 2023, i Houthi, che dispongono di un vasto arsenale di droni e missili, molti dei quali di produzione iraniana, hanno intensificato gli attacchi contro navi commerciali e militari nel Mar Rosso. Sebbene i Houthi affermino di condurre questi attacchi in nome dei palestinesi nella Striscia di Gaza, molte delle navi colpite non avevano alcun legame con Israele.
Un'operazione marittima guidata dagli USA al largo delle coste non è riuscita a prevenire gli attacchi degli Houthi alla navigazione, causando devastanti ripercussioni sul commercio attraverso il Canale di Suez in Egitto.
Questi sviluppi sollevano seri interrogativi sul ruolo delle piattaforme di social media nella diffusione e nella vendita di armi e mostrano la necessità di controlli e moderazione più rigorosi su queste piattaforme.