LVMH Moët Hennessy Louis Vuitton registra un calo delle vendite nel primo trimestre e manca le aspettative degli analisti in un contesto geopolitico ed economico ancora incerto. Il conglomerato di lusso francese, che comprende marchi come Dior e Louis Vuitton, ha riportato martedì vendite per 20,69 miliardi di euro per i primi tre mesi dell'anno, con un calo del 2% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Gli analisti si aspettavano un fatturato di gruppo di 21,14 miliardi di euro secondo una stima raccolta da Visible Alpha. La crescita organica delle vendite è stata del 3%, a confronto con una crescita organica del 17% nello stesso periodo dell'anno precedente, quando l'azienda ha vissuto un significativo impulso in Asia.

Il settore principale di moda e pelletteria ha contribuito con 10,49 miliardi di euro al fatturato del gruppo, rispetto ai 10,73 miliardi di euro nello stesso periodo dell'anno precedente. Questo è stato al di sotto delle previsioni degli analisti di 10,66 miliardi di euro.

Nel settore dei vini e dei liquori, l'azienda ha registrato un calo organico del 12%. Questa divisione è sotto pressione, poiché la domanda di liquori di alta qualità negli Stati Uniti è diminuita, portando a elevati livelli di scorte.

Gli analisti si aspettavano già un avvio di anno cauto, poiché il settore del lusso continua a lottare con un indebolimento della domanda. Dopo anni di forti performance successivi al picco della pandemia, il settore si trova di fronte a una normalizzazione della crescita delle vendite, causata da inflazione e alti tassi d'interesse che gravano sui consumi.

Nonostante le sfide per tutti gli attori del settore, la tendenza varia in base all'azienda, a seconda di quali clienti attraggano di più. I marchi che si rivolgono a consumatori attenti allo status sono particolarmente colpiti dal rallentamento, poiché questi clienti hanno ridotto maggiormente le spese, mentre le aziende che servono una clientela più agiata ottengono risultati migliori, in quanto gli acquirenti più benestanti sono più resilienti in periodi di debolezza macroeconomica, secondo gli analisti di Barclays.

Le tendenze alla normalizzazione nel settore sono ormai ben note al mercato, tuttavia ci saranno differenze tra i migliori e i peggiori attori, con la domanda cinese che sarà il fattore decisivo, secondo gli analisti della Bank of America.

LVMH ha registrato una forte crescita in Giappone a livello regionale con una crescita organica del 32%. In Asia escluso il Giappone, invece, le vendite sono diminuite del 6%. La società ha avuto una base di confronto difficile nella regione, avendo beneficiato nello stesso periodo del 2023 dell'eliminazione delle restrizioni sanitarie in Cina e di un incremento dei viaggi internazionali.

Problemi economici in Cina e una ripresa del Paese più lenta del previsto hanno contribuito a un ulteriore rallentamento della domanda di beni di lusso. La Cina, che prima della pandemia era il più grande mercato di lusso del mondo, sta vivendo un persistente declino nel settore immobiliare così come esportazioni deboli e una domanda dei consumatori fiacca.

"Continuiamo a credere nel nostro scenario di 'atterraggio morbido'", hanno scritto gli analisti di Bernstein in una nota ai clienti, sottolineando che l'aggiornamento da LVMH è un segno che questo rimane lo scenario più probabile. La base di confronto dovrebbe diventare significativamente più semplice nel prossimo trimestre e ancor di più nella seconda metà dell'anno, il che dovrebbe segnalare una crescita più elevata, ha detto Bernstein.

Il proprietario dei gioiellieri Bulgari e Tiffany rimane vigile e fiducioso nonostante l'ambiente incerto e dice di aver avuto un buon inizio d'anno.